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Una donna per tutte le stagioni

Don Marco Pozza

L’annunciazione di Dio a Lucifero: “Lavori in corso”
Alla fine Gli riuscì di stupire addirittura se stesso, superando la percentuale di bontà che era riuscito a cogliere nei primi cinque giorni di lavorazione: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona» (Gen 1,31). Al tramonto del quarto giorno tutto Gli parve buono: il firmamento, le luci, le acque, l’asciutto, gli uccelli volanti e quelli guizzanti.
La terra con tutte le sue bestie: «E Dio vide che era cosa buona» (1,12). Fu l’uomo a costringerlo ad un raddoppio di bontà: non buono, molto-buono. D’allora, quando il Cielo parlerà dell’uomo gli aggettivi andranno supportati dai gradi: (buono), molto buono, più-buono-di, buonissimo, il più buono. Per l’uomo, Dio accettò di giocarsi la faccia: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza» (1,26). Venne al mondo ad immagine di Dio, immaginato da Dio: prima di creare, Dio immagina. È criterio d’artista. 
Un riverbero di Dio quaggiù Lucifero non poteva accettarlo.
Lui, l’intelligenza decaduta, a quell’annuncio di presenza capì solamente che non avrebbe capito più nulla. Eccetto che quell’opera d’artista andava subito rovinata. Mise mano al suo arnese preferito, il sospetto, e iniziò a sferragliare il cuore: «È vero che Dio ha detto?» (3,1).
Hanno-detto, sento-dire, mi-hanno detto: 
Satana non ama andare alla fonte, nemmeno metterci la faccia in diretta.
Per allarmare la bestia, 
basteranno le confidenze di chi si ama: “Quell’albero rimarrà il nostro segreto”, giacchè in ogni amore sono nascosti dei segreti. Lucifero non l’accetterà: un segreto è una potenziale minaccia. «Non morirete affatto. Anzi, diventereste come Dio» (3,5). Quello che Adamo ed Eva fiutarono, fu il tranello di un mezzoinganno: che Dio fosse geloso della loro felicità. Che non volesse affatto che Gli somigliassero. La bestia, gelosa, attaccò e intaccò la Creazione. Sorse la prima forma di dittatura: i secoli l’additeranno come la forma di governo-degli-incapaci.
Il Cielo, svelata la truffa, si rimboccò le maniche.
Mandare gambe all’aria il tutto sarebbe stato semplice. 
Dio scelse di rimanere Signore: accettò, suo malgrado, l’invito alla guerra di Lucifero. Mostrò di avere gusto: scese in guerra con una Donna, l’unica contro la quale Satana non calcolò d’essere sguarnito: «Questa (donna) ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno» (3,15). Dio vide che era cosa molto-buona l’aver reagito così. Fu l’annunciazione di Dio a Lucifero: “Hai voluto tu farmi guerra”. Quella Donna, per Satana, è un cartello: “Lavori in corso”.

Passi di donne, assaggi di Dio
Dio ha scelto la strategia: andrà in guerra con una Donna, la cui forza sarà il suo nascondimento: “La sento dappertutto, ma non riesco a vederla” fu, da quell’istante, il cruccio del Demonio. Il Cielo, dunque, evitò i carri-armati e reagì a colpi di fioretto. Quella Donna – che un giorno, incapaci di misurarla con le misure delle altre donne, chiameremo (Ma)donna – il Cielo scelse d’annunciarla nascondendola sotto mentite spoglie. La Scrittura è la più grande raccolta di ritratti di donne: femmine innocenti, seduttrici, ispirate, concubine, fidanzate, vedove, profetesse.
Guerriere audaci. Tra queste, alcune annunciano d’essere eccellenza, per quell’arte di saper inventare una strada quando per il maschile non ci sono più strade. Sono donne-liberatrici: coraggiose, virtuose, avvenenti. Il loro compito è difendere Israele dagli attacchi del Serpente, dei suoi ministri: Debora combatte contro i Cananei, Giuditta fa-guerra all’invasore Assiro, Ester lotta contro il perfido Aman. Anche altre, forti di una bellezza mai per nulla banale: Sara, Rebecca, Rachele, Abigail, la Sunamita, Noemi, Ruth.
Donne coraggiose, madri-coraggio: essere donna è essere guerriera. Punto.
Ciascuna ha vissuto con un nome proprio cucito addosso: il Cielo accreditò loro una somiglianza con Maria. 
Albero_1701Nella loro femminilità il Cielo nascose una sorta di anticipo della grazia della Nazarena. Furono annuncidi- guerra: fosse stato scaltro, Satana avrebbe capito che Lei c’era anche quando lui non s’accorgeva. Il primo annuncio fu il pegno per aver insegnato all’uomo a sospettare: «Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe» (Gen 3,15). Passarono anni da quel giorno e Isaia confermò l’affetto di Dio per la dinastia di Davide tirando in ballo ancora la Donna: «La vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele» (Is 7,14). Poi toccò a Michea, all’indomani della scomparsa della monarchia: «Perciò Dio li metterà in potere altrui fino a quando colei che deve partorire partorirà» (Mic 5,2). Un annuncio di sventura: schiavitù, gattabuie, lacrime, poi arriverà Lei. Già la invocano, senza citarla. Lei già mostra di saper vivere nell’ombra, di stare a suo agio dietro le quinte delle vite altrui. Quando s’accenderanno le luci di casa sua, già si parlava di lei da tempo. Era già risaputa e apprezzata quella sua capacità di stareal- suo-posto: modesta, silenziosa, obbediente. Presente anche quando pare assente: «I libri dell’Antico Testamento, come sono letti nella Chiesa e sono capiti alla luce della piena Rivelazione, passo passo mettono sempre più chiaramente in luce la figura di una donna: la Madre del Redentore» (Lumen Gentium, 55).
Quel volto era sulla bocca di tutti. Sul bordo del Mistero: nei sogni di Dio.

La ri-creazione di Dio in una casa di Nazareth
maria_1701Nazareth era una terra di frontiera. Lì Maria si fece carne: nacque al mondo in piena periferia, dentro una storia anonima, confusa nel vociare giovane delle sue amiche. Pochi s’accorsero di Lei: è tipico del Mistero di Dio passeggiare in borghese, muoversi in maniera sommessa, entrare-uscire in punta di piedi dagli affari mondani. Erano tempi, a Nazareth, in cui si tiravaa- campare, nonostante nessun popolo fosse mai stato avvertito come quello d’Israele: “Lavori in corso”. 
Pochi ancora ci credevano e Satana sguazzava: «Sola, nella notte di rovina e di spavento restavi tu, Maria» (A. Pozzi) Che pochi diano credito alle promesse di Dio è il sogno che gli arderà sempre nel cuore. Che sempre contraccambierà: «Diventerete come Dio».
L’apparente ritardo della risposta del Cielo allo sgarbo di Satana, fu l’attesa dell’attimo migliore: quello che fa di un giorno qualsiasi un giorno che nessuno scorderà. Poi, maturato il tempo, per chi ha mira basterà un colpo solo. A Nazareth, quel giorno, il tempo era diventato maturo. Il calendario segnava che si era nella pienezza dei tempi. L’attimo esatto, dunque. La memoria della ferita della Genesi ancora ardeva: aver ficcato nell’uomo il sospetto della gelosia di Dio, fu uno sgarbo ignobile. La creazione venne striata: Satana festeggiò. Dio, attaccato, alla resa preferì la rosa, nonostante le spine della disobbedienza. S’inventò un modo suo per fare guerra, senza smarrire la signorilità: si mise in testa di fare la ri-creazione. La creatura non sarà gettata, sostituita: verrà riparata, ri-creata. I lavori di ricreazione iniziarono a Nazareth: s’affidò ad un Donna della quale, nel passato, aveva già ritratto la fisionomia nel destino di altre donne. Poi «venne la pienezza del tempo»: allora «Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare coloro che erano sotto la Legge» (Gal 4,4). 
A Satana non rimase che il terrore: quella minacciadi-morte è ancora oggi, per lui, il ricordo di ciò che gli spetterà. Lui contro tutto il resto: la donna, la sua discendenza, tutta la loro fantasia della carità. Del grembo di quella donna Dio fece la pista d’atteraggio per il Figlio, l’Amato. Lui: senza peccato, nulla potrà Satana. Lei: preservata dal peccato, le galanterie di Lucifero le faranno poco più che solletico. Assieme: nei giorni di vigilia ci sta lei, nei giorni di festa Lui.
Così reagì che il Cielo alla creazione-striata: con una ri-creazione. Su basamenti solidi: nel loro cuore il male non potrà mai fare nulla.
A Nazareth Dio rimise mano alla sua ostinazione d’amore: mostrare come lui ancora immagina l’uomo, la donna. Il Figlio l’attaccheranno al patibolo, la Madre del Figlio la faranno morire a colpi di strazio, d’indifferenza.
Questo faranno gli uomini. Dio, nel frattempo, non starà con le mani-in-mano: il Figlio lo risusciterà, la Madre del Figlio la riporterà in Cielo ancora immune della menzogna. Sarà il primo caso di assunzione a-tempo-indeterminato. Sulla traiettoria di certe storie, Satana ha una libertà d’azione inversamente proporzionale al suo orgoglio.
Un pugno di polvere che lui amerà vendere col valore dei diamanti.

Ripetizioni pomeridiane a Fatima
Dopo l’Assunzione, il suo volto è dappertutto: nelle faroniche cattedrali, nelle minuscole chiesette, a Notre- Dame e Chartres come sulle alte vette, nei fondali degli abissi. Nella roccia, nel marzapane, nella pelle: conosco galeotti-da-trivio che bestemmiano il Figlio ma sulla pelle hanno tatuato il volto della Madre. 
Il più bell’articolo di fede in lei è lo stesso degli inizi: «Orsù, dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi».
Avvocata di noi: la garante che, 
anche se dentro gli accerchiamenti del male, saremo pur sempre dentro lo sguardo del Figlio: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico» (Gv 1,48). Tutto, dunque, come prima degli anni in cui mise-su-famiglia quaggiù in terra. Prima di Nazareth s’adombrava in volti anonimi di donne-di-liberazione: dopo Nazareth tornerà a mostrarsi sotto le nuove vesti delle apparizioni. Ancora assente, ancora presente. A condividere col Figlio suo la medesima strategia di seduzione: l’assenza come una forma di una presenza ancor più ardita.
Come cent’anni fa, Fatima: un pugno di case di campagna, le vesti cenciose di tre bambini al lavoro con le bestie, l’annuncio di una presenza: «Non abbiate timore. Non vi farò del male» Prima era apparsa al Pilar, Laus, La Salette, Lourdes, Champion, Pontmain, Gietrzwald, Knock. Dopo apparve ancora a Beauraing, Banneux, Amsterdam, Akita, Betania, Kibeho. L’uomo la invoca e lei risponde: oltre duemila apparizioni, quindici quelle riconosciute dalla Chiesa. Lei mantiene la promessa. Quando appare, non aggiunge nulla a ciò che ha detto il Figlio: il massimo di tutto ciò che Dio voleva dire e dare all’uomo – come segno di appartenenza reciproca – lo ha detto, lo ha dato nella storia del Nazareno. In questa storia, quando appare, Maria tiene delle ripetizioni-pomeridiane: prende il messaggio del Figlio – “Il Regno è vicino: mutate la bestia in angelo, gente” – e lo spiega con più dolcezza, porta ulteriori esempi, siede accanto perchè nulla vada perduto di tutto ciò che ha detto. Appare qui, appare là, appare ovunque: le ripetizioni-pomeridiane Maria ama farle di casa-in-casa, a domicilio. Siccome nessun figlio è mai uguale all’altro, anche il suo modo di far ripetizione sarà fatto su misura di chi la invoca: a Fatima appare così, a Lourdes appare colà, al Pilar diversa ancora. La chiamano così tanto Madre che certe volte quasi sbagliamo nel farci il segno della croce: «Nel nome della madre» (E. De Luca).
Da Nazareth fino a casa mia: è la storia di una donna per tutte le stagioni. •

Questo ed altri articoli sul numero di Dicembre 2018 (presente in archivio)
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