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XXXI Raduno #TNG

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2-6 Gennaio 2020: Quando la comunicazione diviene accoglienza!


giovani20201Battisti cantava che quando la tristezza arriva al cuore, come la neve non fa rumore… forse è vero, ma a noi questo non importa poiché abbiamo testato che quando la gioia invade gli occhi, fa tanto tanto tanto rumore! (e lo sanno i guardiani notturni di Casa Tra Noi!!!).

Partiamo da qualche numero anche se non è da noi: 1 hotel, 3 regioni di provenienza, 65 ragazzi, 14-19 il range d’età, infinite le emozioni provate, perché questo è ciò che accade quando riunisci persone diverse, età diverse, esperienze diverse in un unico ambiente con la sola voglia di crescere, divertirsi, respirare la fresca aria post-natalizia con spensieratezza e voglia di conoscere e conoscersi.

giovani20202L’evento è durato 5 giorni, dal 2 al 6 gennaio e sicuramente i responsabili hanno dormito una giornata intera subito dopo, perché questi ragazzi proprio non ne volevano sapere di andare a dormire… ma insomma, come si può chiedere alla Gioia di addormentarsi?
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Il cammino di quest’anno vedeva come tema la comunicazione, ma non la genericità di questa, bensì una piccolissima, importante, sfaccettatura: quella Tra Noi (maiuscole messe li non a caso), perché il carisma del Movimento, con calma, sta affascinando questi ragazzi che si sentono accolti in una seconda Casa, in un seconda e vera Famiglia. Ed è perciò un obbligo per noi formarsi per formare all’ascolto, all’accostamento individuale, ai ragionamenti di gruppo e alla capacità di relazionarsi con l’altro ed accettarlo.
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giovani202010A loro volta i ragazzi stanno sentendo la necessità di capire da dove partire e dove arrivare, e per questo c’è bisogno di essere ascoltati e di ascoltare, di essere sentiti e di sentire, anche nei silenzi, sia nei momenti di buio che di luce, e per questo c’è bisogno di cuore e sapienza: elementi a cui lo Spirito Santo può dare una mano! 65 ragazzi, provenienti dalla Calabria, dalla Basilicata e da Roma, riuniti a Roma per confrontarsi, anche silenziosamente, anche senza fare gruppo inizialmente… ma si sa, le amicizie non nascono in un giorno, e ciò che si semina con calma, cresce forte! Sono bastati i primi momenti in cui ragazzi ci chiedevano “c’è tizio, c’è caio?” conosciuti gli anni precedenti.

giovani20205I partecipanti hanno ascoltato le teorie ed hanno praticato esperimenti sul costruire insieme, formare gruppo, comunicarsi senza voce e mettersi in gioco… prendendo seriamente in considerazione elementi importanti: dal Vangelo alla psicologia, dalle testimonianze di vita alle danze Haka, dalle tecniche di team builder ai momenti creativi, e infine, da una serata danzante, ove ognuno ha sentito il bisogno di portare un pezzo della sua terra su palco, alla serata di adorazione al Santissimo.

giovani20206La consapevolezza che per essere e diventare c’è bisogno di Credere! Non è mancato poi il contorno addobbato della città, ove i ragazzi hanno avuto la possibilità di viverla la sera e una intera giornata, fra monumenti, storia e perché no? Un po’ di shopping! Così come non è mancata una passeggiata sui passi di don Sebastiano Plutino, una messa e un incontro nella parrocchia Ognissanti, luogo di nascita dello stesso Movimento Tra Noi.

giovani20207Perché la vita è così: un mix equilibrato di tutto, e i ragazzi lo hanno insegnato a noi, con la loro energia, la loro voglia di essere sempre presenti, dalle 8 di mattina alle 3 di notte, magari un po’ assonnati il giorno dopo, ma pronti a mettersi in gioco. Ahimè, questa nostra Isola che non C’è, infine, ha lasciato tornare i ragazzi, ospitati a Casa Tra Noi per 5 fantastici giorni, a casa, ove porteranno con loro qualcosa: c’è chi ha conosciuto persone nuove, chi ha notato cambiamenti in sé stesso, chi si è riscoperto più credente o con personale incredulità si è appassionato un po’ di più ai momenti di preghiera.
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Fatto sta che l’emozione dei giorni ha il suo maggior climax poco prima delle partenze, momento che, tra gli annunci dei prossimi appuntamenti e gli abbracci, fa colmare gli occhi di lacrime gioiose, che rispecchiano nient’altro che la lucentezza del cuore di questi giovani. Beh, ragazzi che dire, noi abbiamo già voglia di rivedervi… 

Tiziano Gioggi

Questo ed altri articoli sul numero di Febbraio 2020 (presente in archivio)
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La voce del Padre - DIO e il NOSTRO PROSSIMO

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L’inizio del nostro cammino e il suo sviluppo ci impegnano in questa riflessione di un trentennio di vita, che spinge a traguardi che non possono essere solo delle proposte.
Se vogliamo essere concreti dobbiamo localizzare il punto scelto e metterci all’opera con grande fiducia.
Se per punto vogliamo indicare quello definitivo, a cui credo che nessuno di noi voglia rinunciare, dobbiamo dire che questo è Dio.
Che abbiamo cercato Lui nel nostro cammino è abbastanza evidenziato dal lavoro svolto fin qui: amare, aiutare il nostro prossimo, difendere il debole, farsi voce di chi non ha voce, diffondere l’amore e il senso giusto dell’essere cristiano, tutto questo ci immette in quello spirito evangelico che in realtà ha animato sempre il nostro lavoro.
E’ giusto quindi che occupandoci del prossimo lo facciamo con quello spirito cristiano che con parole semplici si chiama «servizio». salusb
E Gesù ci viene incontro e ci incoraggia con le parole:
«Ogni volta che avete fatto questo ad uno di questi miei fratelli più piccoli lo avete fatto a me»...
«Avevo fame, ero nudo, disoccupato, indifeso, sfruttato e mi avete accolto».
E lo spirito del Convegno Internazionale svoltosi dal 12 al 15 maggio al Tra Noi:“La Colf nel mondo di oggi e domani” lo vogliamo riproporre a noi stessi e agli altri.
E’ ovvio che in questi anni di cammino si sono avuti dei miglioramenti sociali e spirituali e dei progressi che non possiamo tener egoisticamente per noi, ma dobbiamo avere il coraggio di portarli a conoscenza di altri milioni di Colf che lottano in situazioni spesso inumane; parte di esse lotta per la sopravvivenza e accetta qualsiasi condizione pur di trovare il necessario alla vita a costo della prostrazione dei valori umani e della dignità della persona. 
Altre milioni di Colf hanno una parvenza di legge che la cultura e le tradizioni rendono inefficace e le isolano dalle altre classi lavoratrici quasi fossero una sottospecie umana.
La dignità della persona, lo dobbiamo ricordare tutti, è il comune patrimonio datoci dal Creatore, ma che spesso l’egoismo e lo sfruttamento dell’uomo su l’uomo ne impedisce lo sviluppo e la consapevolezza.
Noi europei occidentali ci crediamo dei progrediti nella civiltà del benessere, ma spesso manchiamo di quella coscienza umana e cristiana che ci rende più comprensivi nei riguardi degli altri.
don_orione_ritrattoSono trascorsi secoli da che Gesù è morto per dare la dignità di figli di Dio a tutti gli uomini e quest’Anno Santo celebriamo i 1950 anni della nostra redenzione. Ma la mancanza di amore ci rende insensibili alle necessità altrui e permettiamo che ancora milioni e milioni di fratelli e sorelle vivano in una situazione che sa di schiavitù.
Possiamo rimanere indifferenti davanti a tante necessità e ingiustizie? 
Non saremmo cristiani e tanto meno di «Tra Noi». Oggi alla conclusione di un trentennio, con la nostra lunga esperienza acquisita e con quanto ci viene suggerito dalle inchieste aggiornate, dalle telecomunicazioni e dalla stampa non possiamo appartarci dietro le tante scuse e paraventi, come spesso avviene quando il lavoro si presenta alquanto difficile. Tanto meno possiamo dire che ci sono altre organizzazioni e che non conosciamo la cultura e la lingua: oggi è tempo di agire.
Allora chiedo a voi che da tempo o da recente camminate con «Tra Noi»: possiamo impegnarci in questo nuovo traguardo e varcare le frontiere per portare esperienze nuove, amore, fraternità e solidarietà a tante nostre sorelle lontane?
Noi fin qui sorretti dalla fede abbiamo vissuto in questo nostro cammino lo spirito del Vangelo reso esperienza di vita dal Beato don Luigi Orione e da tanti altri nostri fratelli e sorelle che hanno raggiunto Dio o che camminano al nostro fianco nelle varie vie del mondo.
E’ in questa fede che noi dobbiamo trovare la forza per proseguire il cammino superando quelle difficoltà che hanno incontrato tutti i nostri fratelli e sorelle impegnati a fare il bene.
Coraggio dunque: non siamo soli perché la forza dello Spirito che si è riversato in noi continuerà a sorreggerci ed aiutarci nel fare il bene.
La difficoltà più grande sta nel nostro impegno personale. Tra Noi ha bisogno di cuori, di mani, di piedi, di preghiere e di tanto e tanto amore.
Se è così mettiamo tutto nelle mani della Vergine Maria Salvezza del Popolo Romano come abbiamo fatto all’inizio di questo lavoro e stiamo pur tranquilli che, se saremo fedeli ai nostri impegni, non ci verrà mai meno la sua materna presenza. E se sappiamo leggere i segni dei tempi dobbiamo ammettere che noi siamo testimoni oculari di quanto Maria ha operato lungo questo nostro cammino, anche fra le nostre sorelle di lingua e cultura diverse che da qualche decennio sono presenti nella nostra terra.
A tutti dunque l’augurio di un buon cammino tenendo presenti sempre questi due punti da verificare: Dio e il nostro prossimo, il nostro prossimo e Dio. •

Questo ed altri articoli sul numero di Gennaio 2020 (presente in archivio)
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Il Racconto - La lucertola

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C’era in India un magnifico monastero, famoso per il suo tempio ricco di statue, ricamate nella pietra e per un saggio e santo monaco che vi abitava. Ogni giorno, una piccola folla di persone arrivava nel monastero per ascoltare le lezioni del celebre “guru”. Al tramonto, tutte le sere, i fedeli si ritrovavano nel tempio per l’offerta dell’incenso e le preghiere rituali.

L’appuntamento della sera
lucertolaMa puntualmente, ogni sera, proprio nel momento in cui tutti i fedeli si erano raccolti in preghiera, spuntava quasi dal nulla una grossa lucertola. Una di quelle lucertole tipiche dei tropici, simile ad un drago in miniatura, dai colori vivaci e gli occhi curiosi e la lingua saettante.
Il rettile faceva una solenne entrata, incedendo tra l’altare e i fedeli, muovendo la coda come uno strascico e rivolgendo lo sguardo a destra e a sinistra, con calma olimpica. Compiuta la passerella, tornava nei suoi misteriosi appartamenti. Naturalmente tutti i fedeli si distraevano e, invece di meditare, seguivano con gli occhi l’andirivieni della lucertola, bisbigliando e ridacchiando. I più ferventi scuotevano la testa e disapprovavano chiaramente le incursioni della lucertola, ma non osavano intervenire perché sapevano che il guru aveva un rispetto assoluto per ogni forma vivente e non avrebbe approvato.
Un giorno, però, alcune delle donne presenti, dopo aver confabulato a lungo, si organizzarono per porre fine una volta per sempre a quell’intrusione fuori posto nel loro momento di meditazione, di quiete e di preghiera.

Bastoni robusti
Ognuna delle cospiratrici si avviò alla preghiera tenendo dietro la schiena una mazza da baseball o un bastone, grandi abbastanza da schiacciare la lucertola non appena si fosse presentata anche lei per le devozioni vespertine.
Sapevano che il guru avrebbe disapprovato, ma con la lucertola stecchita la questione si sarebbe comunque risolta. A volte è più facile chiedere perdono che chiedere permesso. Quando il sole cominciò a tramontare, il sant’uomo, uomini e donne salirono tutti verso il tempietto. È a questo punto che avvenne qualche cosa di incredibile. Come tutte le sere si presentò anche la lucertola, con le donne che stringevano i bastoni, pronte all’azione.
Stavano per scattare all’attacco, ma subito dietro la lucertola spuntarono due piccole lucertoline che la seguivano timide, vicine vicine.
Le tre donne, che pochi istanti prima erano ben decise ad ucciderla, si fermarono e posarono i bastoni sotto i cuscini.
“Motherhood recognized motherhood” sorrise il santo monaco. «La maternità rispetta la maternità».
L’amore ha quattro corde, come il violino. Siamo tutti figli o figlie, padri o madri, fratelli e sorelle, sposi e spose. Se sapessimo suonarle, la vita sarebbe solo gioia.

B. F.
 

Nello Spirito di don Orione - Dare la vita cantando l’amore

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“Lo splendore e l’ardore divino non m’incenerisce, 
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ma mi tempra, mi purifica e sublima e mi dilata il cuore, così che vorrei stringere nelle mie piccole braccia umane tutte le creature per portarle a Dio.
E vorrei farmi cibo spirituale per i miei fratelli che hanno fame e sete di verità e di Dio; vorrei vestire di Dio gli ignudi, dare la luce di Dio ai ciechi e ai bramosi di maggior luce, aprire i cuori alle innumerevoli miserie umane e farmi servo dei servi distribuendo la mia vita ai più indigenti e derelitti; vorrei diventare lo stolto di Cristo e vivere e morire della stoltezza della carità per i miei fratelli!
Amare sempre e dare la vita cantando l’Amore! 
Spogliarmi di tutto!
Seminare la carità lungo ogni sentiero; seminare Dio in tutti i modi, in tutti i solchi; inabissarmi sempre infinitamente e volare sempre più alto infinitamente, cantando Gesù e la Santa Madonna e non fermarmi mai .
 
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