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La voce del Padre - Testimoni dell'amore

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È meraviglioso questo nostro camminare insieme in quanto rafforza i vincoli esistenziali degli uni e degli altri.
L’essere stati creati dall’amore libero di Dio per la sua gloria e la nostra partecipazione alla sua stessa vita, deve essere per ognuno di noi, pur nelle difficoltà, motivo di grande gioia.
quadroTeoricamente tutto questo lo professiamo quando chiamiamo Dio nostro Padre. Implicitamente accettiamo la sua paternità e ci proclamiamo figli. Ne deriva, se vogliamo essere coerenti, che in mezzo a noi non ci sono estranei, ma che tutti abbiamo un’origine divina, in quanto creati ad immagine e somiglianza di questo nostro Padre comune, a prescindere dalla cultura, dalla razza o dalla religione, figli tutti dell’unico Iddio.
Spesso siamo in contraddizione con noi stessi e veniamo a smentire la nostra dignità, quando facciamo delle discriminazioni.
«Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima e con tutte le tue forze. Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai». (Dt. 6,4-7).
Come possiamo rilevare il comando è perentorio: l’amore e il rispetto verso il Padre deve essere assoluto, preferenziale. Diversamente sarebbe un profanare il suo amore costante per noi e la sua santità.
Non avvertite una profonda differenza fra il piano divino e la nostra vita, i nostri discorsi? Quante volte al giorno, parliamo con noi stessi, nelle nostre famiglie, nell’ambiente del nostro lavoro, di Dio, della sua legge divina, del nuovo comandamento che Gesù ci ha lasciato? «Vi dò un comandamento nuovo che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli se avrete amore gli uni verso gli altri» (Gv. 33,4).
Qui si manifesta chiaramente l’importanza di essere stati “creati dall’amore”. Gesù ci indica la misura del come deve essere questo nostro amore e gli effetti dirompenti di essere testimoni di questo amore.
Ma il Padre non si limita solo alle parole entra nel concreto della vita pratica e delle necessità di ogni uomo che lo cerca e lo cerca con cuore sincero.
Per questo fin dal principio aveva preparato a questa sua creatura privilegiata un luogo dove poteva vivere veramente felice e realizzarsi nei rapporti personali con Dio e il creato. E lo è stato per tutto il tempo che è rimasto nell’“eden”; era felicissimo, beato. I guai per l’uomo sono incominciati con il suo peccato che ha rotto le relazioni con il suo Creatore e si trova solo, come avviene a tutti quelli che, mossi dall’autosufficienza, credono di poter fare a meno di Dio. La storia contemporanea è piena di questi dolorosi avvenimenti.
«Creati dall’amore» non è una parola astratta, ma concreta, personale, in quanto il Padre è realmente una persona e per sua natura è l’Amore. 
«Questo è il comandamento che abbiamo ricevuto da lui: chi ama Dio, ami il proprio fratello». (1 Gv. 4,10ss.).
Rimanere nell’amore è mettersi in continua relazione con Dio e con i fratelli. Sono due realtà inscindibili, in quanto Dio, in certo modo, si identifica con la sua creatura e ritiene fatto a se stesso quello che di bene o di male faccio al mio prossimo. •


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CONFRONTARSI

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La Settimana di Formazione 2019

poll3Ci ritroviamo sempre, a metà anno, tra luglio ed agosto, alla tradizionale Settimana di formazione per i membri del movimento Tra Noi. Veniamo dai festeggiamenti della Salus Populi Romani e c’è voglia, curiosità e affetto nel volersi riincontrare. L’abitudine a questo evento sempre presente nella storia del Tra Noi, è stata però quest’anno rimpiazzata da una esperienza nuova, unendo agli adulti la partecipazione di un gruppo di giovani. La settimana, a tema “essere accoglienza oggi” non ha quindi solo visto i membri confrontarsi su tematiche odierne, sociali, religiose, in vista di poll2questi enormi cambiamenti che periodicamente capitano al mondo, ma ha anche saggiato la presenza di questo manipolo di energici giovani, sempre presente in tutte le attività della settimana. Castelluccio Inferiore (Pz) ha fatto sentire tutti come se fossimo nel paese delle vacanze estive di ognuno di noi, e adulti e giovani, assieme hanno vissuto pienamente le varie attività, dalla formazione alle feste in piazza, dalle proiezioni dei film alle processioni, dalle sante messe alla adorazione. Su questa vorrei soffermarmi particolarmente, poiché vedere l’intero paese partecipare alla adorazione notturna ha riempito di gioia il cuore e non solo il mio. Quest’anno, il concetto di essere accoglienza ha avuto significato bivalente, così da diventare un tutt’uno, i giovani, gli adulti, il paese e i suoi abitanti. Importante elemento della settimana poi, è stato il viaggiare tutti insieme esplorando la città, (capitale della cultura) Matera e la meravigliosa Certosa di Padula. La formazione altresì, è stata sempre piena di spunti, con confronti approfonditi e sempre più voglia di migliorarsi e migliorare, formarsi per formare.
Tiziano Gioggi

poll1Nel programmare questo campeggio formativo non mi sarei mai aspettato un feedback del genere: ci ha permesso un confronto fra giovani e adulti, da non dare per scontato, soprattutto negli ultimi anni dove la comunicazione avviene specialmente tramite social. Avere da una parte i giovani (per i quali il telefono è come un’estensione delle mani) e dall’altra gli adulti, padri e madri di famiglie un po’ restii alle apparecchiature tecnologiche diciamo semplicemente “TECNOREPELLENTI”, sembrava essere in un ambito familiare dove i figli portano davanti ai genitori le loro problematiche nel relazionarsi con il mondo degli adulti. poll10Il campeggio per noi giovani non è stato solo momenti insieme alle famiglie, è stato anche passeggiate escursioni momenti riflessivi e di preghiera che hanno portato ad una consolidazione del gruppo, grazie anche al panorama offerto dal monte Pollino. 
Ciò è stato molto più semplice, abbiamo potuto affrontare momenti di massima concentrazione come l’adorazione al Santissimo con una buona partecipazione da parte dei più giovani. Ci sono stati anche momenti di svago dove i ragazzi e la Presidente hanno contribuito a movimentare la piazza principale di Castelluccio dove c’era una festa di paese. Lì, ho capito meglio perché il nostro Movimento si chiama “MOVIMENTO Tra Noi” e non solo Tra Noi; inoltre tutto ciò ci ha fatto sentire veramente “Tra Noi”, i ragazzi, gli adulti e la gente del posto, erano un tutt’uno.
Gabriel P. Intrigilla

poll9Alice: Credo che questa sia stata una delle esperienze più belle che io abbia mai fatto. Non solo ho conosciuto persone nuove e sono entrata a far parte di un gruppo fantastico, ma ho imparato soprattutto a confrontarmi con gente più grande di me e capire il modo di pensare altrui. Mi sono sentita parte di una famiglia, parte di un qualcosa di bellissimo. Ho amato le escursioni nel bosco, gli incontri (in particolare quello su noi adolescenti) e le persone magnifiche che mi sono state accanto. Eravamo tutti una cosa sola, e solo a pensarci mi sale la nostalgia.

poll8Miriam: È stata un’esperienza travolgente vissuta con intensità e come gruppo unito, diversa dall’esperienza di Roma anche dal punto di vista di rapporti tra noi e voi. Adesso penso veramente che si sia creato un bellissimo legame… inoltre abbiamo avuto modo di capire che il nostro pensiero non è uguale agli altri e quindi abbiamo avuto anche la possibilità di relazionarci con persone più grandi e cercare di capire il punto di vista di ognuno. Come gruppo siamo cresciuti molto.
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Maria Chiara
: Un’esperienza davvero unica! All’inizio ero un po’ scettica sul fatto che mi sarei trovata bene con il gruppo, ma invece ho capito che in loro ci sono degli amici sinceri. Ho appreso molti insegnamenti da tutto ciò. È stata una delle mie prime esperienze di gruppo perciò ricorderò molte cose: il confronto con persone più grandi di me, le escursioni nel bosco, le serate passate con l’intrattenimento di Tiziano, Gabriel e Samuel, e altro. Ma soprattutto da questa esperienza ho capito che essere gruppo unito è una cosa stupenda e che per esserlo basta poco. Ancora grazie.

Chiara
: Nonostante non sia il primo incontro, è stato di certo speciale. Grazie alla settimana di formazione lì al Pollino, noi ragazzi abbiamo avuto la possibilità di sentirci veramente parte del Tra Noi e di sentirci legati e vicinissimi ai nostri educatori che ringrazio calorosamente per tutto ciò che ogni volta riescono a donarci: tanto affetto e altrettante riflessioni sulle tematiche più varie, che ci toccano tanto. Ci state aiutando a crescere! Sono stata contenta di aver potuto partecipare ai diversi incontri sulla tematica dell’accoglienza (argomento per me molto importante quanto interessante), condividendo il tutto con adulti che abbiamo avuto il grande piacere di conoscere e confrontarci, soprattutto comparando le diverse generazioni e il difficile (o forse no) legame fra esse.
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Antonio detto Tota
:
A un mese di distanza cercare di riordinare tutto quello che è successo in quella settimana è quasi impossibile. È spettacolare, senza nemmeno un momento morto, rifarei tutto... ma credo che la cosa migliore sia stata il rapporto creato, perché alla fine ad aver reso spettacolare questa settimana siamo stati noi dodici “matti” partiti come… la spedizione dei mille. Quindi grazie a tutti per aver trasformato un “ritiro spirituale” in una settimana fantastica.
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Giacomo
: In poche parole volevo solo dirvi grazie per questa bellissima esperienza, nonostante ci trovassimo nello sperdutissimo Castelluccio Inferiore.
Tutti insieme siamo riusciti a divertirci, formarci e a passare serate memorabili…
P.S. Mi sono innamorato delle lodi mattutine per colpa di Tiziano…
 

La voce del Padre - "Io sono la Risurrezione e la Vita"

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Credo nella risurrezione della carne, ripetiamo ogni domenica forse distrattamente e senza riflettere di riconoscere in questa verità un segno della potenza di Dio, padrone della vita e della morte.
vp_4_19La nostra fede ci immette infatti in una dimensione soprannaturale, e perciò nuova, rendendoci partecipi del regno che Gesù ha preparato con la sua passione, morte e risurrezione a tutti coloro che sperano in Lui... Noi abbiamo ricevuto nel battesimo la capacità di appartenere a questo regno che è già iniziato in questo mondo e che avrà il suo compimento, la sua perfetta realizzazione nell’altro. Là saremo e rimarremo in eterno nella visione beatifica di Dio ed in compagnia dei nostri fratelli e sorelle, se al termine della nostra esistenza saremo trovati degni del regno dei cieli.
II regno è un dono che il Padre offre in Gesù, ad ogni uomo che lo cerca con cuore sincero, e questo deve essere il nostro sereno, ma continuo impegno, nella certezza della fedeltà di Dio alle sue promesse.
Dio è il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, è il Dio dei vivi ed Egli per mezzo dei profeti ci ricorda che eliminerà la morte per sempre: asciugherà le lacrime su ogni volto (Isaia, 25, 8); «Perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, né lascerai che il tuo santo veda la corruzione». Siamo dunque chiamati alla vita eterna, a risorgere con Cristo e questo era già vivo nell’Antico Testamento. Infatti la mamma dei sette fratelli Maccabei ai figli condannati per la fede ai più orrendi supplizi dice: «Senza dubbio il Creatore del mondo, che ha plasmato alla sua origine l’uomo e ha provveduto alla generazione di tutti, per la sua misericordia vi restituirà di nuovo Io spirito e la vita, come ora per le sue leggi non vi curate di voi stessi» (Mc 7, 23).
vp_4_19_1Ma la più autentica garanzia della risurrezione della carne ce la conferma Gesù stesso, nostra risurrezione: «lo sono la risurrezione e la vita, chi crede in me anche se muore vivrà; chiunque vive e crede in me non morrà in eterno», e lo esprime chiaramente anche S. Paolo nella lettera ai Romani: (G. 11, 25)
«Se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione. E se Io spirito di Colui che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, Colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti, darà la Vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi» (Rom 8, 11).
Anche per noi dunque ci sarà la risurrezione corporale. E questo dovrebbe riempirci di gioia rendendoci coscienti della dignità del nostro corpo e del rispetto dovuto ad esso. Certo si tratta di una risurrezione corporale di cui abbiamo esperienza solo in Cristo e quindi con delle connotazioni particolari di cui non possiamo avere perfetta conoscenza; dice infatti Gesù: «Voi vi ingannate, non conoscendo né le Scritture, né la potenza di Dio... Alla risurrezione, infatti non si prende moglie né marito, ma si è come gli angeli del cielo» (Mt 22, 30-32).
E Giovanni, 5, 28: «non vi meravigliate di questo perché verrà l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per la risurrezione di vita e quanti fecero il male per la risurrezione di condanna».
Peraltro, che la risurrezione sia una realtà ce Io dimostra anche il travaglio della nostra vita continuamente alla ricerca del nuovo, il nostro sforzo verso la visione e la conoscenza di Dio sempre più profonda.
«E questo perché io possa conoscere Lui, la potenza della risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze diventandogli conforme nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dei morti» (FI 3, 10).
E questa risurrezione sarà la nostra grande consolazione perché «In verità, in verità vi dico: è venuto il momento ed è questo, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l’avranno ascoltata vivranno» (Gv 5, 25).
vp_4_19_2L’attesa della Risurrezione è la vita dell’oggi in Dio, in comunione con Lui, è l’Eucarestia che ci trasforma e ci prepara alla risurrezione, come ci ricorda il Vangelo di Giovanni: «Questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia» (Gv 6, 50). Negare che vi sia la risurrezione equivarrebbe alla negazione della Eucaristia come presenza viva del Signore, il figlio di Dio, il Dio dei viventi.
Allora, mediante il battesimo siamo resi partecipi della vita di Gesù: «siamo dunque stati sepolti insieme a Lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova: se infatti siamo stati completamente uniti a Lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche nella risurrezione» (Rm 6, 4-6). E mediante l’Eucarestia rafforziamo la nostra unione con Lui che ci trasforma per renderci capaci di comunione con i fratelli; tutti in attesa della gioiosa, eterna risurrezione ripetiamo con tutta la nostra fede: «Signore, credo nella tua onnipotenza, credo che hai risuscitato Gesù dai morti, credo, per la tua misericordia, nella risurrezione di questa mia carne e nella vita che ha da venire». •

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In Diretta dal Movimento - Amare per far sentire Amati!

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Formazione Membri, 16-17 febbraio 2019

Formfeb1La formazione membri si è svolta nei locali dell’Hotel Casa Tra Noi a Roma: luogo che riunisce spesso i membri del Movimento Tra Noi per le riunioni e per gli incontri di formazione.
Con l’intento di proseguire il lavoro cominciato durante la Settimana di Formazione a Fano “La gioia di sentirsi amati”, insieme a don Francesco Mazzitelli abbiamo affrontato il tema dell’amore nelle sue tante sfumature, concentrandosi sull’amare e soprattutto sul riuscire a farsi sentire amati. 
Formfeb2Poiché è vero che se è facile amare, la parte difficile è quella di riuscire a far capire a colui che si ama, che lo stiamo amando. Riuscire a far capire a lui di “essere amato”.
Nella gioia di incontrarsi, i membri hanno non solo ascoltato le parole del Sacerdote, che li ha guidati in una attenta riflessione su come non basti solo amare, ma sia fondamentale riuscire a far riconoscere nell’essere amati la gioia di Cristo, ma hanno approntato anche diversi laboratori studiati per osservare la società.
Se è vero che un Tranoista deve essere sempre “alla testa dei tempi”, attraverso l’analisi del recente festival di Sanremo, i membri si sono adoperati per sviscerare le diverse tematiche che caratterizzano i testi delle canzoni in gara, il rapporto con gli spazi digitali, i nuovi stili musicali, ma soprattutto quanto l’amore fosse il tema che ha sotteso a tutta la struttura dell’evento.
E’ stato davvero interessante vedere come l’amore fosse cantato nelle sue tante forme, e riflessione dopo riflessione è stato snocciolato in tanti piccoli tasselli, pronte a formare un unico grande mosaico. 
L’amore, che in tutte le sue forme chiede e fa chiedere soltanto una cosa: esserci, insieme, l’uno accanto all’altro e non al centro, come presenza costante capace di farci sentire amati e far sentire amati.
Si parla di amore rubato, amore tra genitore e figli, tra ragazzi, tra adulti… amori rovinati da violenze o scappatoie… ma l’amore, quello vero, quello che riscatta da ogni sofferenza o difficoltà, nel vero senso Cristiano della parola, è quello che può cambiare la vita, quel senso che non va cercato perché è in ogni cosa.
Ogni tranoista, uscito da questa formazione, è tornato alle proprie realtà carico di una consapevolezza: non servono tante parole, o tante riflessioni. Bisogna essere consapevoli che nel mondo di oggi, sempre meno Cristiano o amorevole, noi dobbiamo Amare il prossimo più di ogni altra cosa, e riuscire a far capire a questo, che ci siamo proprio per amarlo! •
Tiziano Gioggi

BONUS dal Madagascar:
Colette, un vero "investimento umano"

ColetteC’è, accanto alle forme ufficiali di carità, un’altra vena di fedele amore al Padre e di altrettanta concreta risposta ai bisogni del tempo che viviamo.
Ecco un esempio: anche se il fatto ha superato il tempo della cronaca, resta sempre come pietra di paragone nella storia della carità che continua ad essere scritta, pur tra una società in continua crisi. 
La protagonista di questo fatto è una ragazza di nazionalità malgascia (nata, cioè, nell’isola di Madagascar, nell’Oceano Indiano), Colette Sambakay.
Grazie alla generosità del movimento ‘Tra Noi” e in particolare di Don Sebastiano Plutino, instancabile Assistente Ecclesiastico del Movimento, questa ragazza di oltre trent’anni ha potuto frequentare con successo la Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma. Si è laureata sostenendo brillantemente una tesi su un argomento difficile e complesso quale l’immunoterapia dei tumori. Accanto a lei, il giorno di discussione della tesi, c’era Don Sebastiano a sostenerla in questa ardua prova:”Colette è stata - ha detto l’Assistente Ecclesiastico - un vero investimento umano”.
Ora Colette è di nuovo nella sua patria dove sta svolgendo la sua missione di medico al servizio dei fratelli più bisognosi. In tal modo prosegue il miracolo dell’amore che moltiplica le buone volontà, assommandole alle nostre povere risorse e raggiungendo risultati talora insperati e ritenuti addirittura impossibili. 
Proviamo a pensare come vivrebbe oggi Colette, quale lavoro avrebbe potuto svolgere se non avesse incontrato sul suo cammino i missionari che sono ad Antananarivo, la capitale del Madagascar, e se non fosse stata accolta in seguito dagli associati del Movimento “Tra Noi”. Colette stessa ha detto che, diversamente, non avrebbe mai potuto coronare il suo desiderio. •

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