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Paolo VI Santo domenica 14 ottobre

Papa_Paolo_nOggi è riconosciuto santo Papa Paolo VI. Mi sembra che nei primi posti della platea del Paradiso ci sono i laici, molta gente comune, la solita scorribanda di persone.
Il clero, i Vescovi i religiosi sono dietro.
Eppure era papa. Si, ma è papa Montini, quel sacerdote, Vescovo e Cardinale che ha vissuto sempre tra la gente, tra i laici ed ha lottato per farli riconoscere nella loro dignità e nel loro specifico ruolo .
Da giovane Assistente Spirituale della FUCI, dell’AZIONE CATTOLICA poi nella segreteria di stato in Vaticano, Arcivescovo di Milano e quindi papa. 
Si direbbe una bella carriera… forse sì, perché cosparsa di tante spine ed incomprensioni, di un’apertura al mondo, alle moderne necessità, ai drammi di un nuovo umanesimo che urgeva tra le pieghe di una quotidianità lacerata.
Era fondamentalmente un timido e l’imperversare del nuovo lo portava ad una costante riflessione sapienziale non sempre compresa ed accolta “dall’intelligenza clericale”. E questo lo faceva sicuramente soffrire, voleva lavorare in comunione, aperto al dialogo e misericordioso nel giudizio. L’odore delle pecore di questo popolo di Dio a lui affidato, urgeva nello spingere a sentieri evangelici che facessero respirare a pieni polmoni.
Lavora sul piano ecumenico, parla all’ONU e incontra Atenagora, viaggia e spande il profumo del Vangelo in terre sconosciute al grande pubblico.
Niente e nessuno è estraneo al circuito di amore di Dio Padre che nel suo Figlio ci ha resi tali.
Niente per lui è senza voce e cerca di chiarire, capire, offrire nella solitudine silenziosa e gioiosa di una consapevolezza responsabile del suo ruolo.
Termina il Vaticano II ed inizia il cammino di una trasfigurazione che sarà emblematica fino alla sua fine. Muore infatti il giorno della trasfigurazione del 1978.
Il Concilio infatti portava i germi di un umanesimo integrale che costruisce il Regno di Dio che è già nella prospettiva del non ancora.
Una visione del mondo non più come contrapposto alla Chiesa ma come contenitore di essa e quindi dal inondare della sapienza di Dio per rendere gli uomini di tutti i tempi felici e protagonisti di una storia che è umana e divina.
Non era facile, ma era la bellezza del riflesso di Dio che doveva illuminare tempi, culture e soprattutto le menti ed i cuori. Si richiedeva da parte di tutti una purificazione per aprirsi al nuovo, una conversione che è ancora in atto e spesso fa male. 
Basta pensare a quello che più direttamente ci appartiene. I laici fino allora, nonostante le istanze e le spinte delle Associazioni e Movimenti, erano definiti nella Chiesa in negativo: non sono né religiosi, né presbiteri. E quindi in posizione subalterna, in sacrestia forse.
Ma il Concilio Vaticano II sveglia il gigante addormentato: il laicato che costituisce la maggior parte del popolo di Dio e con difficoltà riesce a formulare il suo ruolo preciso: chiamati ad animare le realtà temporali di spirito evangelico. Vivere dentro le strutture: famiglia, lavoro, economia, politica, sanità, educazione è rispondere ad una precisa chiamata di Dio per trasfigurare queste realtà e ricondurle all’originaria bellezza voluta da Dio nella creazione.
Un ruolo importante ed impegnativo al quale papa Montini ha dato spinta e afflato. Addirittura nella Evangelii Nuntiandi al numero 70 parla di questi ambienti come luogo teologico ossia luoghi nei quali si incontra Dio.
E’ davvero una rivoluzione: ogni figlio di Dio dovunque vive ed agisce porta l’annuncio dell’amore del Creatore che vuole far risplendere anche nelle piccole, umili cose la bellezza e la santità intrinseca in esse.
Ci vuole quasi come scopritori delle meraviglie nuove che insistono sulle nostre realtà, portatori di grazia e di sapienza divina. Trasformare il mondo da selvatico in umano e da umano in divino diceva Pio XII, il Concilio lo ha affidato come compito specifico a noi laici assicurandoci nella fedeltà a Cristo la presenza del Suo Spirito che fa nuove tutte le cose.
A nessuno sfugge l’impegno che ne consegue anche per i presbiteri ed i religiosi. Riformulare i processi formativi, rivedere le istanze dei diversi ambiti, camminare accanto ai laici, discepoli di Emmaus, come Gesù con l’ascolto, la discrezione e soprattutto lo spezzare il pane insieme.
E’ l’alba di una nuova era, è l’aurora di un giorno nuovo che papa Montini vive con il cuore aperto alle meraviglie di Dio, ma anche con l’amarezza della lenta accoglienza della sfida divina.
Possiamo proprio dire non ci siamo accorti che il padre dei laici era un santo, ma ora lo veneriamo ringraziandolo e chiedendo di intercedere affinché quel processo di trasfigurazione da lui, noi inconsapevoli, iniziato possa progredire per manifestare la gloria di Dio e portare nel mondo la gioia del Suo amore. •
Antonella Simonetta


Questo ed altri articoli sul numero di Settembre 2018
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