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C’era in India un magnifico monastero, famoso per il suo tempio ricco di statue, ricamate nella pietra e per un saggio e santo monaco che vi abitava. Ogni giorno, una piccola folla di persone arrivava nel monastero per ascoltare le lezioni del celebre “guru”. Al tramonto, tutte le sere, i fedeli si ritrovavano nel tempio per l’offerta dell’incenso e le preghiere rituali.

L’appuntamento della sera
lucertolaMa puntualmente, ogni sera, proprio nel momento in cui tutti i fedeli si erano raccolti in preghiera, spuntava quasi dal nulla una grossa lucertola. Una di quelle lucertole tipiche dei tropici, simile ad un drago in miniatura, dai colori vivaci e gli occhi curiosi e la lingua saettante.
Il rettile faceva una solenne entrata, incedendo tra l’altare e i fedeli, muovendo la coda come uno strascico e rivolgendo lo sguardo a destra e a sinistra, con calma olimpica. Compiuta la passerella, tornava nei suoi misteriosi appartamenti. Naturalmente tutti i fedeli si distraevano e, invece di meditare, seguivano con gli occhi l’andirivieni della lucertola, bisbigliando e ridacchiando. I più ferventi scuotevano la testa e disapprovavano chiaramente le incursioni della lucertola, ma non osavano intervenire perché sapevano che il guru aveva un rispetto assoluto per ogni forma vivente e non avrebbe approvato.
Un giorno, però, alcune delle donne presenti, dopo aver confabulato a lungo, si organizzarono per porre fine una volta per sempre a quell’intrusione fuori posto nel loro momento di meditazione, di quiete e di preghiera.

Bastoni robusti
Ognuna delle cospiratrici si avviò alla preghiera tenendo dietro la schiena una mazza da baseball o un bastone, grandi abbastanza da schiacciare la lucertola non appena si fosse presentata anche lei per le devozioni vespertine.
Sapevano che il guru avrebbe disapprovato, ma con la lucertola stecchita la questione si sarebbe comunque risolta. A volte è più facile chiedere perdono che chiedere permesso. Quando il sole cominciò a tramontare, il sant’uomo, uomini e donne salirono tutti verso il tempietto. È a questo punto che avvenne qualche cosa di incredibile. Come tutte le sere si presentò anche la lucertola, con le donne che stringevano i bastoni, pronte all’azione.
Stavano per scattare all’attacco, ma subito dietro la lucertola spuntarono due piccole lucertoline che la seguivano timide, vicine vicine.
Le tre donne, che pochi istanti prima erano ben decise ad ucciderla, si fermarono e posarono i bastoni sotto i cuscini.
“Motherhood recognized motherhood” sorrise il santo monaco. «La maternità rispetta la maternità».
L’amore ha quattro corde, come il violino. Siamo tutti figli o figlie, padri o madri, fratelli e sorelle, sposi e spose. Se sapessimo suonarle, la vita sarebbe solo gioia.

B. F.
 
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