Riflessioni - Sguardi aperti su un umanesimo tutto da scoprire
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di Eraldo Affinati
Per secoli abbiamo concepito la lettura come uno stadio superiore della conoscenza associando prima il codice miniato, poi il libro stampato, alla concentrazione e al rigore richiesti da un’attività mentale in grado di razionalizzare, attraverso i sistemi verbali, la nostra esperienza della realtà.
Oggi sembra non essere più così: non solo e non tanto perché, pur sapendo che l’accesso ai tesori del passato è incredibilmente cresciuto grazie alla rivoluzione digitale, riserviamo ai testi un’attenzione sempre più sporadica e frammentaria.
La sensazione è che, lo dico in modo intuitivo e grossolano partendo dalla mia storia di insegnante, non da scienziato, stia cambiando la percezione della frase scritta, come se leggere con gli strumenti di oggi facesse entrare in gioco parti del cervello che un tempo erano meno sollecitate.
Attenzione: non si tratta di un regresso.
Al contrario: la qualità culturale di questa formidabile apertura sullo scibile umano, trascorso presente e futuro, pare essere unica nelle millenarie vicende della specie cui apparteniamo.
Un giovane oggi, anche se economicamente povero e svantaggiato, grazie alle possibilità di cui dispone, potrebbe dispiegare il proprio talento come mai accaduto.
Non dimentichiamo il tempo in cui, per trovare un libro, ad esempio di letteratura italiana, dovevamo scendere da casa e andare in biblioteca.
Adesso basta cliccare sulla tastiera.
Siamo di fronte a un mutamento antropologico di portata epocale: ne sono coinvolti i sentimenti, gli affetti, i valori morali, la tradizione, l’arte, il linguaggio, l’educazione, ovviamente la scuola e la famiglia.
Rispetto alla dimensione di tale stravolgimento, avvenuto nel giro di un paio di decenni, quindi con rapidità davvero imprevedibile, certi temi che salgono spesso alla ribalta mediatica, se preferire la lettura sul cartaceo o puntare tutto sull’ebook, se finanziare le librerie o favorire la grande distribuzione, assomigliano a piccole escrescenze, semplici iceberg sotto i quali si nasconde una questione ben più ampia e complessa.
La sfida dei prossimi anni potrebbe essere quella di trasferire e tradurre nel nuovo sistema ermeneutico determinato dalla globalizzazione informatica i caratteri e le sensibilità dell’antica tradizione umanistica: insomma leggeremo sempre con uguale profitto la Divina Commedia, Guerra e pace e Moby Dick, ma lo faremo con inedita intensità emotiva e interpretativa, in forme etico-estetiche che al momento non possiamo prevedere. •
Al contrario: la qualità culturale di questa formidabile apertura sullo scibile umano, trascorso presente e futuro, pare essere unica nelle millenarie vicende della specie cui apparteniamo.
Un giovane oggi, anche se economicamente povero e svantaggiato, grazie alle possibilità di cui dispone, potrebbe dispiegare il proprio talento come mai accaduto.
Non dimentichiamo il tempo in cui, per trovare un libro, ad esempio di letteratura italiana, dovevamo scendere da casa e andare in biblioteca.
Adesso basta cliccare sulla tastiera.
Siamo di fronte a un mutamento antropologico di portata epocale: ne sono coinvolti i sentimenti, gli affetti, i valori morali, la tradizione, l’arte, il linguaggio, l’educazione, ovviamente la scuola e la famiglia.
Rispetto alla dimensione di tale stravolgimento, avvenuto nel giro di un paio di decenni, quindi con rapidità davvero imprevedibile, certi temi che salgono spesso alla ribalta mediatica, se preferire la lettura sul cartaceo o puntare tutto sull’ebook, se finanziare le librerie o favorire la grande distribuzione, assomigliano a piccole escrescenze, semplici iceberg sotto i quali si nasconde una questione ben più ampia e complessa.
La sfida dei prossimi anni potrebbe essere quella di trasferire e tradurre nel nuovo sistema ermeneutico determinato dalla globalizzazione informatica i caratteri e le sensibilità dell’antica tradizione umanistica: insomma leggeremo sempre con uguale profitto la Divina Commedia, Guerra e pace e Moby Dick, ma lo faremo con inedita intensità emotiva e interpretativa, in forme etico-estetiche che al momento non possiamo prevedere. •
Questo ed altri articoli sul numero di Febbraio 2020 (presente in archivio)
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