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Chiesa - Il crocifisso silenzioso
di Natalia Ginzburg
La grande scrittrice, Ebrea ma atea, Natalia Ginzburg, pubblicava,
31 anni fa sul giornale l’Unità, che era l’organo ufficiale dell’allora PCI,
cioè il Partito Comunista Italiano, questo articolo.
di Natalia GinzburgLa grande scrittrice, Ebrea ma atea, Natalia Ginzburg, pubblicava,31 anni fa sul giornale l’Unità, che era l’organo ufficiale dell’allora PCI,cioè il Partito Comunista Italiano, questo articolo.
Dicono che il crocifisso deve essere tolto dalle aule della Scuola. II nostro è uno stato laico che non ha diritto di imporre che nelle aule ci sia il crocifisso... A me dispiace che il crocefisso scompaia per sempre da tutte le classi. Mi sembra una perdita. Se fossi un insegnante, vorrei che nella mia classe non venisse toccato...
II crocifisso non genera nessuna discriminazione.
Tace. È l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino allora assente. La rivoluzione cristiana ha cambiato il mondo. Vogliamo forse negare che ha cambiato il mondo? Sono quasi duemila anni chediciamo “prima di Cristo” e “dopo Cristo”. O vogliamo forse smettere di dire cosi?
II crocifisso non genera nessuna discriminazione. È muto e silenzioso. C’è stato sempre. Per i cattolici, è un simbolo religioso. Per altri, può essere niente, una parte del muro. E infine per qualcuno, per una minoranza minima, o magari per un solo bambino, può essere qualcosa di particolare, che suscita pensieri contrastanti. I diritti delle minoranze vanno rispettati.
Dicono che da un crocifisso appeso al muro, in classe, possono sentirsi offesi gli scolari ebrei. Perché mai dovrebbero sentirsene offesi gli ebrei? Cristo non era forse un ebreo e un perseguitato, e non è forse morto nel martirio, come è accaduto a milioni di ebrei nei lager? II crocifisso è il segno del dolore umano. La corona di spine, i chiodi, evocano le sue sofferenze. La croce che pensiamo alta in cima al monte, è il segno della solitudine nella morte. Non conosco altri segni che diano con tanta forza il senso del nostro umano destino. II crocifisso fa parte della storia del mondo. Per i cattolici, Gesù Cristo è il Figlio di Dio. Per i non cattolici, può essere semplicemente l’immagine di uno che è stato venduto, tradito, martoriato ed è morto sulla croce per amore di Dio e del prossimo. Chi è ateo, cancella l’idea di Dio ma conserva l’idea del prossimo. Si dirà che molti sono stati venduti, traditi e martoriati per la propria fede, per il prossimo, per le generazioni future, e di loro sui muri delle scuole non c’è immagine. È vero, ma il crocifisso li rappresenta tutti. Come mai li rappresenta tutti? Perché prima di Cristo nessuno aveva mai detto che gli uomini sono uguali e fratelli: tutti, ricchi e poveri, credenti e non credenti, ebrei e non ebrei, neri e bianchi, e nessuno prima di lui aveva detto che nel centro della nostra esistenza dobbiamo situare la solidarietà fra gli uomini. E di esser venduti, traditi e martoriati e ammazzati per la propria fede, nella vita può succedere a tutti. A me sembra un bene che i ragazzi, i bambini, lo sappiano fin dai banchi della scuola.
Gesù Cristo ha portato la croce. A tutti noi è accaduto o accade di portare sulle spalle il peso di una grande sventura. A questa sventura diamo il nome di croce, anche se non siamo cattolici, perché troppo forte e da troppi secoli è impressa l’idea della croce nel nostro pensiero. Tutti, cattolici e laici, portiamo o porteremo il peso di una sventura, versando sangue e lacrime e cercando di non crollare. Questo dice il crocifisso. Lo dice a tutti, mica solo ai cattolici. Alcune parole di Cristo, le pensiamo sempre, e possiamo essere laici, atei o quello che si vuole, ma fluttuano sempre nel nostro pensiero ugualmente. Ha detto “ama il prossimo come te stesso”. Erano parole gia scritte nell’Antico Testamento, ma sono divenute il fondamento della rivoluzione cristiana. Sono la chiave di tutto. Sono il contrario di tutte le guerre. Il contrario degli aerei che gettano le bombe sulla gente indifesa. Il contrario degli stupri e dell’indifferenza che tanto spesso circonda le donne violentate nelle strade.
Si parla tanto di pace, ma che cosa dire, a proposito della pace, oltre a queste semplici parole? Sono l’esatto contrario del modo in cui oggi siamo e viviamo.
Ci pensiamo sempre, trovando esattamente difficile amare noi stessi e amare il prossimo più difficile ancora, o anzi forse completamente impossibile, e tuttavia sentendo che là è la chiave di tutto. Il crocifisso queste parole non le evoca, perché siamo abituati a vedere quel piccolo segno appeso, e tante volte ci sembra non altro che una parte del muro.
Ma se ci viene di pensare che a dirle è stato Cristo, ci dispiace troppo che debba sparire dal muro quel piccolo segno. Cristo ha detto anche: “Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati”. Quando e dove saranno saziati? In Cielo, dicono i credenti. Gli altri invece non sanno né quando né dove, ma queste parole fanno, chissà perché, sentire la fame e la sete di giustizia più severe, più ardenti e più forti. •
Questo ed altri articoli sul numero di Novembre 2019 (presente in archivio)puoi ricevere il Periodico direttamente a casa contattaci qui: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. o qui : Contatti Il Racconto - L’insegnamento dell’asino
Una mattina l’asino di un contadino cadde in un pozzo...
L’animale pianse fortemente per ore, mentre il contadino cercava di fare qualcosa per farlo uscire...
Alla fine, il contadino decise che l’asino era già vecchio e il pozzo era ormai asciutto e non serviva e che anzi era giunto il momento di essere tappato in ogni modo. Convinto che davvero non valeva la pena di far uscire l’asino dal pozzo invitò tutti i suoi vicini ad aiutarlo a chiudere il pozzo per sempre.
Così afferrarono una pala e iniziarono a tirar terra dentro al pozzo...
L’asino, rendendosi conto di quello che stava succedendo, pianse orribilmente...
Poi, per sorpresa di tutti, si acquietò...
Il contadino guardò in fondo al pozzo e si è stupì di quello che videro i suoi occhi...
Con ogni badilata di terra l’asino stava facendo qualcosa di incredibile: si scuoteva la terra da sopra e la faceva cadere sotto di sè e poi ci camminava sopra appiattendola...
Presto tutti videro con sorpresa come l’asino riuscì ad arrivare fino alla bocca del pozzo, e una volta passato sopra il bordo uscì fuori e se ne andò via trotterellando.
La vita sta per lanciarti terra, ogni tipo di terra...
il trucco per uscire dal pozzo è usarla per fare un passo verso l’alto.
Ogni nostro problema è un gradino verso l’alto...
Possiamo uscire dai più profondi vuoti se non ci diamo per vinti...
Usa la “terra” che ti buttano sopra per andare avanti. •
Francesco Sechi
Questo ed altri articoli sul numero di Ottobre 2019 (presente in archivio) puoi ricevere il Periodico direttamente a casa contattaci qui: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. o qui : Contatti Nello spirito di Don Orione - Cieli nuovi e terra nuova
Anime e Anime! Carissimo fratello in Gesù Crocifisso,dunque vi voglio dire una bella cosa.
Che mi pareva di sognare quando vidi un nuovo cielo e una nuova terra, e sovra la terra passava un vento, ed era amabile e soave e veniva da Dio. E quel vento era voce dolce ed era vivo amore e diceva: Io sono il vostro Dio e sono con voi e voi sarete i miei figli e il mio popolo. E dagli occhi di noi che si piangeva, l’Amore asciugava le lacrime e non vi era più morte né dolore e Dio era con noi e il suo Cuore aveva assorbito il nostro cuore e noi vivevamo e respiravamo in Lui, e Lui trionfava in un cielo nuovo e in una terra nuova che erano una cosa sola nella Carità Sua.
E tutte le cose erano di neve e di luce, e dalla luce uscivano gli angeli rivestiti di neve e di luce. E il Signore diceva: Non temete, che io sono con voi. Avvicinatevi e conglutinatevi col mio Cuore, e vegliate Cieli nuovi e terra nuova nell’ora delle potestà delle tenebre. Vegliate sopra voi stessi e pregate, onde non avvenga che siano i vostri cuori depressi dall’atmosfera bassa e dalle cure della vita presente.
E un trono grande e candido si andava formando nella luce, e lo splendore di Dio veniva d là come un fiume d’acqua viva, e noi bevevamo e cantavamo e servivamo il Signore. Ed eravamo fermi nel Signore e guardavamo a Lui che aveva rivolto la sua faccia verso di noi miseri, e tutti avevamo sulla fronte il nome della Divina Provvidenza e sulle mani il nome della Divina Provvidenza e sui piedi il nome della Divina Provvidenza e sull’abito bianco e sulla luce che ci vestiva il nome della Divina Provvidenza, e il Signore era buono e la sua Divina Provvidenza viveva con noi.
Straccerete questo sogno, e Gesù vi conforti e vi benedica con tutti i figli e benedica me misero.
In Gesù Crocifisso.
Vostro D. Orione. (senza data, forse 1900)
Questo ed altri articoli sul numero di Ottobre 2019 (presente in archivio) puoi ricevere il Periodico direttamente a casa contattaci qui: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. o qui : Contatti La voce del Padre - L’uomo capolavoro di Dio
L’uomo capolavoro di DioPrima della creazione dell’uomo, Dio ha voluto creare l’ambiente dove potesse vivere e svolgere le sue attività. Sicché tutto il creato è in funzione dell’uomo e, l’uomo come punto centrale di orientamento di tutte le cose, di Dio.
La Rivelazione divina ci dice — vedi il libro della Genesi, cap. 1° — che lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque.
«Dio creò il cielo e la terra, la terra era informe».
Dio, dopo aver dato vita alla creazione e popolato la terra di esseri viventi e formato l’ambiente in cui poteva vivere l’uomo, disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche, e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
Come potrete notare in Dio vi è un crescendo di amore, a tutto il creato con le varie specie di esseri viventi dà l’esistenza in funzione di un servizio; quando si tratta di creare l’uomo, gli comunica la sua stessa vita, «a sua immagine e somiglianza» con le facoltà intellettive e volitive, l’intelligenza e la volontà, con il potere di dominare su tutte le cose e gli esseri viventi. Tutto ha posto nelle sue mani; Dio fin da principio ha avuto fiducia nell’uomo. Che meraviglia!
E tutto gli affida, è l’unico nel creato che ha questo potere.
«Tu hai creato il mondo nella varietà dei suoi elementi, e hai disposto l’avvicendarsi dei tempi e delle stagioni. All’uomo, fatto a tua immagine, hai affidato le meraviglie dell’universo, perché fedele interprete dei tuoi disegni eserciti il dominio su ogni creatura, e nelle tue opere glorifichi te. Creatore e Padre» (Pref. V).
Tutte le opere di Dio sono buone e manifestano un disegno sapiente, senza manchevolezze nè disordini.
Il male che dilaga nel mondo non può derivare da Dio.
Gli esseri appaiono in una gerarchia, sempre più perfetti; l’uomo è il capolavoro. Tutte le specie viventi sono opera di Dio, anche se l’uomo scoprisse che essi sono formati per evoluzione. Perché la natura con tutte le sue potenzialità dipende tutta dal comando divino. L’uomo, intelligente e libero è fatto da Dio con un’azione specialissima, perché se è figlio della natura nell’essere corposo, le è molto superiore nell’essere totale, fatto ad immagine del creatore, anche la distinzione dei sessi è voluta da Dio per associare gli uomini alla sua opera di creatore.
E l’uomo è chiamato a condividere con lui il dominio sulla natura, sprigionandone le risorse. Il lavoro umano perciò sarà la comunicazione dell’attività divina, ma non costituisce un valore assoluto e deve a suo tempo cessare lasciando il posto al culto, che unisce l’uomo personalmente al suo Autore. Questo rispetto del tempo, che appartiene sempre a Dio, sarà cardine della Alleanza, e il riportarne il precetto fino alla creazione vuole insegnare che esso si fonda sulla stessa natura umana. Da tutto ciò si comprende che l’immagine di Dio non è solo una realtà statica nell’uomo, ma un seme che va fatto sviluppare, col- laborando in vari modi sull’opera del Creatore e onorando le sue prerogative, in una partecipazione intima ai suoi disegni.
Quanto abbiamo detto apre sempre nuovi orizzonti dell’amore sconfinato divino per ciascuno di noi, amore costante che ci accompagna fino all’incontro totale con Dio. •
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